Measho Tesfamariam, accusato di avere organizzato il tragico viaggio: solo Dio sa cosa è successo a quella barca. L'eritreo ha chiesto protezione in Germania. Ma ammette: ho viaggiato gratis fino in Italia, per aver aiutato i trafficanti con le telefonate
RINTRACCIATO DA L'ESPRESSO - IN EDICOLA LA STORIA
Measho Tesfamariam, 29 anni, un richiedente asilo eritreo da poco in Germania, è accusato in Italia e in Svezia di essere l'uomo che ha organizzato il tragico viaggio di 243 profughi e del loro scafista a bordo di un piccolo peschereccio scomparso nel Mediterraneo.
Il barcone è partito da Al-Khums in Libia il 28 giugno scorso alle 3 di notte diretto in Italia. Ma il piccolo peschereccio non è mai arrivato a destinazione e i 244 a bordo, esuli eritrei e sudanesi tra i quali almeno tredici bambini, da allora sono dispersi.
Nella sua intervista a «l'Espresso», (qui nella versione originale in inglese) Measho Tesfamariam respinge le accuse dei familiari dei profughi scomparsi.
Un esposto firmato contro Tesfamariam da alcuni parenti è stato consegnato il 17 ottobre alla Procura di Milano. «Non sono l'organizzatore del viaggio», dice il presunto trafficante: «Soltanto Ibrahim, un passatore sudanese, e Dio sanno cosa è successo a quella barca».
Tesfamariam ha aggiunto che Ibrahim, il trafficante proprietario del piccolo peschereccio, gli aveva dato il suo cellulare con lo scopo di mantenere i contatti tra gli eritrei in partenza dalla Libia e i loro parenti in Europa.
Ma perché Ibrahim ha dato il suo telefonino proprio a lei? «Perché parlo arabo. Questa è la ragione che mi sta creando problemi», risponde Tesfamariam.
Measho ha anche rivelato che uno dei suoi fratelli, Medhane, 22 anni, era su quel barcone ed è tra i passeggeri dispersi. L'eritreo accusato di essere un trafficante ha poi raggiunto l'Italia in settembre su un altro barcone. Ed è arrivato al porto di Taranto su una nave della Marina militare impegnata nell'operazione «Mare nostrum», insieme con altri profughi soccorsi in mare.
Tesfamariam è fuggito da un centro di indentificazione pochi giorni dopo il suo arrivo e il 19 settembre a Bologna ha preso un treno per la Germania, dove ora abita non lontano da Berlino e ha chiesto protezione umanitaria.
Quanto ha pagato il suo viaggio dalla Libia all'Italia? «Non ho pagato per il viaggio in mare». E come mai non ha pagato per la traversata? «Perché... avevo aiutato Ibrahim (il trafficante) con le telefonate. E lui per ringraziarmi...», risponde Measho Tesfamariam.
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